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Frazione Cappelletto

Treiso, frazione Cappelletto

Il Cappelletto appartiene a quelle mete fisse delle gite di Fenoglio in Langa, in quanto prelude all’amata zona di San Bovo e della cascina della langa.

Fu un luogo significativo nella lotta partigiana, alla cui memoria fu eretta una cappella lungo la strada per Treiso.

Le fu riservato un posto d’onore ne "La malora", dove, nonostante le piccole dimensioni, rappresenta il luogo d’incontro domenicale e di sfide a pallone elastico, di una popolazione che fa riferimento a un’ampia area di cascine distribuite su di una vasta zona fino al Pavaglione.


Dopo cena sentii la padrona fare a sua figlia: - ce l’hai il velo, Ginotta? Pigliamo la strada e andiamo a pregare noi due a Cappelletto.

Beppe Fenoglio
da "La malora"





Un giorno si slarga la voce che Costantino mancava da casa. Mi ricordo che la padrona disse subito: - E’ un gran villano. Già un’altra volta ha detto alla sua donna che andava ad ammazzarsi, ma solo per farla spaventare e piangere. (…) Quella sera tennero aperta la chiesa di Cappelletto apposta per chi voleva pregare per Costantino che fosse ritrovato vivo, e la padrona ci andò, ma Tobia scuoteva la testa; per lui era tutto cammino e fiato sprecato.

Beppe Fenoglio
da "La malora"





Adesso per niente al mondo mi sarei più allontanato dal Pavaglione, fin che ci stava Fede era il posto più bello di tutti. E la domenica era proprio sempre festa: per poca che n’avessi, tutti i sabati sera mi facevo la barba e tutte le domeniche mattina, scendendo a Cappelletto per la messa, camminavo con gli altri uomini dietro le donne e tutte le volte sentivo dai capelli di Fede spargersi nell’aria la mia acqua d’odore.

Beppe Fenoglio
da "La malora"





(…) era tanta la forza e la gioventù e l’allegria in me che adesso rendevo il doppio sul lavoro e Tobia si lasciò prender dall’onta e mi fissò un premio di tre scudi, a darmeli dopo i raccolti. Così potevo fare un po’ più bella figura e dare qualche soddisfazione a Fede; come quella volta che la portai a Cappelletto a veder la lanterna magica di quell’uomo di Roddino, e per due soldi a testa ci vedemmo la caccia alla volpe e la donna che faceva correre suo marito con la scopa.

Beppe Fenoglio
da "La malora"





Era già un po’ di feste che dopo messa Amabile accompagnava Ginotta davanti a noi dalla chiesa fino al bivio del Pavaglione e la sera che noi tornavamo da Cappelletto da veder giocare i forti al pallone Ginotta non mancava mai di domandarci se Amabile aveva vinto o perso, perché Amabile era il capo d’una delle quadriglie.

Beppe Fenoglio
da "La malora"