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Roberto Longhi (1890-1970), storico e critico d'arte

I luoghi di Roberto Longhi

L’itinerario longhiano si sviluppa sul territorio del Basso Piemonte dal paese natale ai luoghi che evocano la figura del grande critico d’arte per le opere pittoriche o per gli artisti che egli ha conosciuto e studiato nella sua lunga e fortunata carriera.


ALBA (Cn)

Casa  natale di Roberto Longhi.

Alba è la città natale del grande letterato e critico d’arte Roberto Longhi, che qui nacque il 28 dicembre 1890 al n. 9 di Via Vittorio Emanuele II (Via Maestra). Il padre Giovanni era insegnante di lettere presso la Scuola Enologica e fu un attivo esponente del Partito Socialista, assieme a Giovanni Rocca e Vincenzo Ravinale diede vita al primo gruppo politico albese. L’amministrazione Comunale ha ricordato la figura di Longhi con l’affissione di una targa identificativa sulla parete della casa natale e con l’intitolazione di una via posta sul lato destro da corso Piave (altezza numero civico 142) a corso Europa, con deliberazione della Giunta comunale n. 212 dell'11 maggio 2001.

Sala Consiliare del Palazzo Comunale

La Sala Consiliare di Alba è un luogo fortemente evocativo per la figura di Longhi, che qui venne a contatto con le opere pittoriche più pregiate dell’intero patrimonio artistico albese. Fu proprio Longhi ad attribuire a Mattia Preti nel 1943 la tela intitolata “Concertino”, e al pittore dedicò il saggio scritto all’età di ventitré anni “Mattia Preti -Critica figurativa pura”. Preti, il grande pittore calabrese di scuola caravaggesca, completò il “Concertino” intorno al 1630 circa, e a detta di Longhi la tela è da considerarsi un’opera giovanile, per le affinità con i primi lavori dell’artista, analoghi per soggetto e per modalità stilistiche.




MONTIGLIO MONFERRATO (AT)

Affreschi della Cappella di Sant’Andrea.

All’interno del Parco del Castello di Montiglio Monferrato troviamo la cappella romanico-gotica di Sant’Andrea. La cappella contiene un ciclo di affreschi trecenteschi che raffigurano scene della vita di Gesù  e che sono considerati la massima espressione pittorica trecentesca in Piemonte. Questa suggestiva rappresentazione attribuita ad un pittore di scuola lombarda, il Maestro di Montiglio, fu a lungo studiata da Longhi durante il suo interessamento per l’arte lombarda del ‘300: Longhi ne approfondì le caratteristiche stilistiche definendole influenze della scuola toscana post giottesca; ecco come si esprime in proposito nel saggio “Aspetti dell’antica arte lombarda”:

La produzione figurativa del ‘300 lombardo è composta per la maggior parte di pitture murali e di sculture massiccie, due asi ugualmente poco carreggiabili; non già di tavole dipinte che, come s’è rilevato recentemente, non attecchirono stabilmente nella regione che nel corso del secolo seguente. (…) tra gli ultimi del Duecento e i primi del Trecento, i lombardi accolsero le recenti importazioni della grande cultura innovante tra Assisi e Firenze: fu dunque fra questi grotteschi di “fronda”- dove già si mormorano i nomi di Giottino e di Giusto – che potè accrescersi l’animo del pittore milanese Giovanni da Milano; il quale, per giunta, avrà conosciuto da sempre altre cose del gotico più “continentale” d’inflessione francese. E qui, per spiegarsi meglio, bisognerebbe persino una gita un po’ più lunga fino a Montiglio in Piemonte (a quegli anni un possesso visconteo) dove un ignoto ma elettissimo pittore, che sembra ancor prima della metà del ‘300, prefigura singolarmente l’aspetto più intimamente padano e “continentale” del giovine genio milanese. Ed è un peccato che almeno uno di quegli affreschi, la cui salvazione definitiva è obbligo tra i più importanti che sovrastino la Soprintendenza alle opere del Piemonte, non sia stato staccato in tempo per figurare alla Mostra.

(La mostra è Arte lombarda dai Visconti agli Sforza, realizzata da Longhi nel 1958.)”




QUARGNENTO (AL)

Paese natale del grande pittore Carlo Carrà, grande innovatore del linguaggio espressivo dell’arte moderna e tra i promotori del manifesto Futurista del 1910. Longhi instaurò una profonda amicizia con il pittore che frequentò assiduamente e a cui dedicò una monografia scritta nel 1937.

Non si riesce a parlare a cuor netto di Carrà, senza postulare che con lui si dice non di una semplice correzione di rotta (ch’era smarrita affatto), ma del primo poderoso riavvio della pittura italiana.”

“Qui, del resto, Carrà già si tocca con gl’inizi del famigerato “futurismo”; una parola che oggi fa sorridere per il suo timbro utopistico, ma che a quei tempi suonava diversamente e non dispiaceva a noi giovanissimi per l’aura ribellistica che vi soffiava e per il proposito di fare “italiano”; (…) per questo Carrà fa bene a  non dolersi di aver parteggiato in quel movimento dove, si voglia o no, s’incontrarono per qualche anno o per qualche mese, insieme ai più memorabili cretini, parecchi ingegni di prima classe. E per il temperamento di Carrà, che non vedeva l’ora di costruire da capo dopo le demolizioni, non c’è dubbio che quegli anni di tumulto e di eversione dovettero contare tra i più risolutivi anche per maturarlo in quella serrata intransigenza, che oltre che giovare al suo costume ha servito benissimo le buone ragioni dell’arte. (…) In effetto, era facile riconoscere fin d’allora in Carrà il pittore più dotato del gruppo.”

 
Roberto Longhi
Biografia

I luoghi di Roberto Longhi

Roberto Longhi nel ricordo di Federico Zeri

Roberto Longhi
(di Vittorio Sgarbi)


La Cappella di Sant'Andrea di Montiglio Monferrato
altri personaggi di spicco

Roberto Longhi

Guido Sacerdote


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