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Santo Stefano Belbo

Santo Stefano Belbo sviluppa il suo territorio ai margini delle Langhe, alla quota di 175 metri s.l.m., mentre sui due lati del fiume Belbo che lo attraversa, raggiunge quote di alta collina che culminano nei 590 metri della località Falchetto.

L'abitato di Santo Stefano Belbo è databile probabilmente dopo il 1000, anche se già anteriormente doveva esistere un insediamento posto come controllo strategico all'inizio della strada lungo la valle del Belbo che incrociava la strada proveniente da Alba.

Notizie sicure si hanno di un insediamento dell'epoca romana, quando fu costruito un posto militare fortificato lungo la strada che collegava Asti (Hasta) ed Alba (Alba Pompeia) con i centri della Riviera di Ponente: Varazze (Varagine), Albisola (Alba Sextilia), Albenga (Alba Ingauna).

Ragguagli più precisi sulla costruzione del borgo ci giungono in epoca medievale, con la costruzione di un castello (castrum) sulla collina di S. Libera  e di un convento benedettino (S. Gaudenzio) edificato probabilmente sui resti di un più antico tempio dedicato a Giove.

La presenza monastica era molto forte in Valle Belbo, e a S.Stefano operarono anche, tra il 1600 e il 1840, i frati Francescani scalzi e i Cistercensi.

I ruderi dell’antico Castello ricordano la distruzione del maniero ad opera degli Spagnoli e degli Austriaci, che se ne contendevano il possesso e il dominio nel 1635.

Dopo il Congresso di Vienna S. Stefano Belbo entra a far parte del Regno di Sardegna e seguirà le vicende dei Savoia fino alla proclamazione del Regno d’Italia.

La principale risorsa del paese e dei dintorni è la coltivazione della vite, in particolare del pregiatissimo Moscato d’Asti. L'uva cresce in collina su un terreno la cui conformazione geologica e l'esposizione favoriscono la maturazione dei grappoli e l'acquisizione delle tipiche proprietà organolettiche.


Santo Stefano Belbo nelle parole di Cesare Pavese >

Santo Stefano Belbo è il luogo mito della poesia pavesiana. Cesare Pavese vi nacque e vi trascorse molto tempo nel periodo della sua giovinezza. Il periodo della spensieratezza, delle illusioni, dei sogni, dei giochi, delle nuotate in Belbo. Il periodo in cui tutto sembra ancora possibile, in cui i problemi che si affacceranno negli anni futuri sono inesistenti. Pavese nel corso degli anni continuerà ad avere con questo paese un rapporto di confronto, in una sorta di odio-amore, di differenza e di uguaglianza, espressa nella sua massima forma ne La luna e i falò, nel dialogo tra Anguilla e Nuto.
Cesare Pavese
Canelli
Cossano Belbo
Monticello
S. Stefano Belbo


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