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L'osteria di Placido

L'osteria di Placido a San Benedetto Belbo,

La figura di Placido fu protagonista di molti racconti ed appartenne alla più ristretta ed intima cerchia di amici dello scrittore: nella sua osteria con il cortile, luogo di mitiche sfide a pallone elastico, si concentrava la vita sociale del paese.


Farei volentieri una partita al pallone. Ma una partita forte. – Come vuoi che sia forte con te in mezzo? - Io batterei soltanto, ho detto, poi mi ritirerei ben bene nel vuoto della porta del fornaio. Tirano certi palloni al volo così forti che se ti beccano nel ventre ti fanno secco. Ma mi piace troppo. Mi piace e mi spaventa insieme. Specie il ricaccio di Sergio. Ricaccia il pallone come se volesse vendicarsi di un torto, un torto grave. Io mi caccerei nell’uscio e a pallone passato mi sporgerei a indicare ai miei compagni il rimbalzo del pallone.

Beppe Fenoglio
Il Paese I, 14-15




L'osteria di Placido a San Benedetto Belbo,

Nell’istante la corriera sbucò, polverosissima, dall’ultima curva, sollevando un polverone che investì i tronchi degli ippocastani di fronte alla privativa di Placido. Si fermò solitamente davanti all’osteria, e ne scese Eugenio l’autista.

Beppe Fenoglio
Il paese, III, 15





Allora mi alzai e salii a posarmi sotto l’ippocastano, per avere perfettamente sgombra la visuale del Passo della Bossola. Si avvicinava l’ora della corriera di Alba, - Madama la corriera di Alba, la chiamava mio ziastro – e, a meno che mi trovassi distante nei boschi, non ne perdevo mai un passaggio, perché a quell’ora sotto vespro avevo sempre una dolorosa voglia di Alba. La sua tromba potentissima faceva alzar la testa a tutti nella conca di San Benedetto, uomini e bestie, e per le strette curve del passo ancheggiava proprio come una matrona.

Beppe Fenoglio
da "Un giorno di fuoco"




Placido Canonica davanti al suo negozio a S. Benedetto Belbo

Placido Canonica davanti al suo negozio