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San Benedetto Belbo
Piccola comunità che non raggiunge i duecento abitanti, prende il nome dal monastero benedettino sorto nel 1035 nella località che ancora oggi si chiama “Monastero”. Abbattuto nel 1635, del monastero resta soltanto una porta appartenente alla cerchia delle mura inglobata in un’abitazione civile e un‘acquasantiera conservata nella Chiesa parrocchiale.
In passato l'alta valle Belbo era totalmente formata da boschi e foreste infestate da lupi e la frazione "Cadilù" (casa dei lupi) prende il nome proprio da questa caratteristica del posto fino alla seconda metà dell'800.
Nel XIII° secolo sulla collina vicina al monastero (dove oggi sorge il paese) venne edificato il castello con le mura, ma fu distrutto durante le guerre per la supremazia sulle Langhe tra i Savoia e le dominazioni spagnole e francesi: sulle sue rovine, nel 1649, si iniziò a costruire l’attuale Chiesa Parrocchiale.
Nel 1631, San Benedetto fu colpito duramente da un'epidemia di peste bubbonica che in quattro mesi uccise 185 persone. I pochi sopravvissuti eressero numerose cappelle campestri nelle proprie frazioni come ringraziamento per essere scampati al terribile morbo.
La guerra del 1915-18 provocò 12 vittime fra i cittadini di San Benedetto Belbo, mentre durante la seconda guerra mondiale, il 20 novembre 1944, il paese venne completamente incendiato dai soldati tedeschi per rappresaglia alle imboscate partigiane.
Ancora oggi san Benedetto e la sua valle preservano inalterato il fascino di luogo silenzioso, solitario ed un po’ ameno per i boschi incontaminati che lo circondano.
San Benedetto Belbo nelle parole di Beppe Fenoglio >
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Luogo che Fenoglio elesse a osservatorio ideale del mondo dell’alta Langa ed in cui da bambino trascorse le ferie presso i parenti. Qui Fenoglio passava serate all’osteria a farsi raccontare le storie della gente di paese, osservava le partite di pallone elastico e ci ricamava le trame dei suoi racconti.
A San Benedetto Belbo sono ambientati la maggior parte dei racconti dedicati al tema contadino: Superino, Nella valle di San Benedetto (l’unico a sfondo partigiano), L’affare dell’anima, Il signor Podestà, Un giorno di fuoco, Il paese, Pioggia e la sposa, L’apprendista esattore, Il gorgo, oltre ai continui riferimenti ne La Malora.
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